Burata vendeva in pescheria qualche
cassetta di pesce, ottenuta dai pescatori sovente a debito, sulla garanzia
della parola data, sempre mantenuta seppure a scadenza irregolare.
Nelle giornate calde il percorso porto-pescheria era interrotto da una sosta
alla fontana della Calata Caio Duilio, breve momento di pausa dalla fatica
e di ristoro.
Un giorno, in cui i modesti affari di Burata erano andati bene: "Stavolta
an veng da te a beva! A vag a to' un bichir d'vén a l'osteria de Bascarén".
Non solamente per Burata, una volta un bicchiere di vino consumato all'osteria
di Bascaren o dell'Iraide o d'la Patacona rappresentava la polivalente unità
di misura di una momentanea disponibilità, della umana debolezza e
della veniale trasgressione, ostentata più per rivincita sugli stenti
della vita e come esorcizzazione della miseria che come vizio.